Chiudere un conto corrente con la Banca Popolare di Vicenza, quando mi effettuate l’accredito?

La chiusura di un conto corrente con la Banca Popolare di Vicenza (ex CariPrato) è stata e continua ad essere, almeno per me, un vero e proprio incubo.

Doverosa premessa: ho aperto e chiuso altri conti correnti, fisici ed online, motivo per il quale conosco abbastanza bene la procedura.

Partiamo dalle modalità attraverso le quali è possibile chiudere un conto corrente tralasciando, non è questo il mio caso, la chiusura per trasferimento ad un nuovo conto su altra banca.

– Chiusura del conto corrente in banca
Il cliente si deve recare di persona presso l’istituto di credito e chiedere la chiusura del conto a lui intestato attraverso la compilazione e sottoscrizione di appositi moduli.

– Chiusura del conto corrente tramite comunicazione scritta

Questa comunicazione deve essere spedita tramite raccomandata con ricevuta di ritorno da inviare presso la direzione generale della banca e deve contenere tutti i dati relativi al conto corrente, cioè: il numero di conto corrente, il nominativo del titolare del conto e degli eventuali cointestatari, le modalità di consegna della somma (assegno o bonifico bancario), la data di sollecito entro cui si desidera l’effettuazione della chiusura del conto, oltre a una serie di documenti da allegare (copia del codice fiscale, copia del documento d’identità, carte di credito o bancomat rese inutilizzabili, libretto degli assegni).

Il cliente deve consegnare alla vecchia banca gli strumenti di pagamento che l’istituto di credito gli aveva messo a disposizione perché collegati al conto corrente da chiudere, quali ad esempio il libretto di assegni non utilizzati, le carte bancomat e le carte di credito oltre a prestare particolare attenzione all’ammontare del saldo del vecchio conto corrente; se questo fosse negativo o con fondi non sufficienti a far fronte ad eventuali assegni bancari non ancora incassati oppure spese per acquisti effettuati tramite carta di credito non ancora pagati, potrebbe essere necessario versare sul vecchio conto corrente le somme indispensabili a garantire i pagamenti.

La tempistica per la chiusura completa può variare dalle 2 alle 4 settimane, termini entro i quali la banca deve trasferire il saldo positivo su un conto corrente se richiesto dal cliente oppure tramite l’emissione di un assegno.

Non vi sono costi di chiusura del conto corrente ma la banca può chiedere il saldo di spese a titolo di costo di gestione e imposta di bollo che il cliente avrebbe dovuto pagare al termine del periodo di capitalizzazione che può essere, a seconda dei casi, mensile o trimestrale.

A differenza di altre banche dove basta recarsi in filiale, compilare dei moduli e finalizzare la chiusura in pochi giorni, con la filiale San Marco di Prato della Banca Popolare di Vicenza è obbligatorio prendere un appuntamento con il direttore, farsi interrogare sulle motivazioni della chiusura, con quali altre banche sono intrattenuti i rapporti e sperare di fare il tutto in tempi brevi, senza complicazioni.

Cliente della banca da quasi 20 anni ho deciso di chiudere negli ultimi due anni, per motivi personali, 3 conti correnti dei quali uno aziendale; in tutte e tre le occasioni mi sono visto rifiutare la chiusura immediata perché, come comunicatomi da una addetta, l’appuntamento con il direttore è una prassi alla quale non ci si può sottrarre.

Evidentemente il direttore, e quindi la banca, spera nel colloquio finale per indurre il correntista ad un ripensamento, le domande che vengono poste vergono sulle motivazioni che mi spingono ad interrompere un rapporto proponendomi soluzioni vantaggiose per rimanere.

La prima volta, infastidito, ho snocciolato le condizioni per l’apertura e tenuta del conto corrente, oltre ai tassi riconosciuti per il conto deposito, di un’importante banca a livello nazionale, ho espresso la disponibilità a rimanere un correntista della Popolare di Vicenza se questa mi avesse offerto gli stessi vantaggi e, non potendo soddisfare questa mia richiesta, il colloquio si è risolto entro alcuni minuti.

La seconda volta ho avuto la necessità di chiudere in tempi veloci il conto aziendale ed anche in questa occasione mi è stato imposto il colloquio con il direttore, un appuntamento non necessario, non richiesto e che mi ha costretto a interrompere un’attività pomeridiana per tornare in banca, attendere per trenta minuti oltre l’orario concordato e ripetere la solita storia.

Questa volta, però, per velocizzare ulteriormente la mia uscita dalla banca ho deciso di chiudere anche un ultimo conto corrente privato cointestato, aperto di recente

L’incontro è fissato per il 25 novembre 2014, come sempre il direttore mi domanda il motivo della chiusura del conto e, per la prima volta, con quali altri istituti ho dei rapporti.
Questa richiesta smuove in me qualcosa. Ma come? Devo prendermi un’ora dal lavoro per un appuntamento senza il quale il direttore non mi chiude il conto corrente e devo subire domande che vertono anche sulla mia privacy? In maniera pacata faccio notare che questa “prassi” dell’appuntamento è unica nel suo genere, che non molti possono permettersi di prendersi un permesso da lavoro, se dipendenti, per far valere un loro sacrosanto diritto senza la necessità di dover rendere conto al direttore sulle motivazioni che li spingono a lasciare l’istituto di credito. Gli domando se effettivamente senza questo appuntamento la banca non mi chiude il conto corrente e mi risponde che il mio impegno non è poi così gravoso e che per lui è un piacere poter parlare e confrontarsi con la clientela.

Firmiamo i documenti e ci lasciamo.

Arrivo a casa e mi accorgo che non mi sono stati richiesti gli IBAN d’appoggio per i bonifici dei saldi, non essendo disponibile a tornare in banca utilizzo la posta elettronica per contattare il direttore al quale indico le coordinate dei conti sui quali accreditare gli importi presenti nei conti correnti appena chiusi, chiedendo di dettagliarmi sugli eventuali i costi di gestione del conto che verranno dedotti dalla banca.

Dopo poco Il direttore mi risponde che per disporre su IBAN ha bisogno di una mia firma in filiale, lo ringrazio e gli chiedo di predisporre la modulistica da firmare e mi avverta non appena disponibile in filiale indicandomi, naturalmente, a chi dovrò rivolgermi per la definitiva chiusura del rapporto con il suo istituto.

Il 2 dicembre 2014 scrivo nuovamente al direttore e, contestualmente, all’indirizzo PEC della banca per chiedere, nuovamente, di comunicarmi chi dovrò contattare per firmare quanto necessario all’accredito degli importi presenti sui conti correnti alla data della chiusura rinnovando, inoltre, il mio disappunto per una consolidata prassi di chiusura dei conti correnti, effettuata obbligatoriamente per appuntamento con il direttore e con richiesta di motivazione e conoscenza di eventuali altri rapporti bancari intrattenuti, che non ha mai trovato eguali con tutti gli istituti di credito con i quali ho avuto modo di relazionarmi.

Il 15 dicembre 2014, per telefono, vengo contattato telefonicamente da un rappresentante della banca che mi chiede d’inviargli via email gli IBAN dei conti sui quali effettuare gli accrediti, messaggio che prontamente invio pur avendo già inviato in precedenza questi dati al direttore della filiale.

Il 29 dicembre 2014 ricevo risposta alla PEC del 2 dicembre da parte della banca, mi fanno sapere che in riferimento alla mia comunicazione dello scorso 15 dicembre, m’informano di aver contattato il personale di filiale che provvederà a contattarmi a breve fornendo le giuste indicazioni per poter definire la vicenda.

Immagino ci sia un errore dato che sono già stato contattato il 15 dicembre per definire il tutto.

Ad oggi non ho avuto alcun accredito.

28-01-2015
Una coincidenza? magia del blog? Il conto cointestato è stato liquidato
bonificopopvic1

09-04-2015
A quasi 5 mesi dalla mia prima richiesta la Banca Popolare di Vicenza non mi ha ancora bonificato quanto a me spettante.
A questi punti, se non otterrò risposta entro 30gg alla mia richiesta odierna, procederò speditamente a ricorrerere presso l’Arbitro Bancario Finanziario, a presentare un esposto alla Banca d’Italia per segnalare il comportamento della Banca e, perché no, a rendere partecipi di questa mia disavventura gli organi di stampa locali e nazionali.

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  1. ho avuto una esperienza simile e mooooolto negativa con la banca di cui parli , a mio giudizio pessima : ho surrogato il mio mutuo casa presso un altro istituto a seguito di varie mie lamentele sulla gestione del mio conto (mi hanno obbligato ad un conto corrente gratuito che non volevo , nonostante abbia una buona capacità di risparmio e un buon stipendio . Preferisco pagare ed avere un conto che funziona , non un conto sfasciato ), codici mai funzionanti , cessioni del mio mutuo a società terze senza comunicazione alcuna , e di tutto e di più . Non ho potuto fare a meno di andarmene , anche vista la freddezza e l’indisponibilità totale dei dipendenti della filiale nei miei confronti. IL FATTO : surrogando il mutuo ho estinto anche la polizza scoppio e incendio .Il rimborso però non arriva mai ,
    e in filiale mi comunicano di non potermi dare i numeri telefonici della compagnia che mi ha assicurato di cui la banca è intermediaria . Un mese e mezzo di telefonate dappertutto, ho dovuto chiamare persino il distretto area della mia zona e la direzione generale della banca , consultare un arbitro finanziario e trovare il modo da solo di comunicare con la compagnia assicurativa. Allo stato attuale (vado verso il secondo mese) non ho ancora ricevuto alcun rimborso , mentre la compagnia assicurativa giura di aver versato alla banca tutto il rimborso. Fate le vostre valutazioni su questo gruppo bancario , a mio avviso da evitare come la pupù sui marciapiedi , e fidatevi solo delle normative chiare , non delle loro chiacchere .

  2. Ti ringrazio vivamente per aver condiviso la tua (purtroppo per te) disavventura, ho aperto un nuovo conto presso altro istituto (a seguito assunzione nello stesso) ed ero indecisa su come procedere per la chiusura del conto BPVI. Ho letto la tua esperienza ed ho effettuato il bonifico col totale al nuovo conto nel momento stesso in cui e’ stato attivato… E sono contenta di averlo fatto perché agendo con “le buone” forse avrei visto i miei soldi fra mesi. Grazie ancora

  3. Ciao, io è dal 19 novembre 2014 che attendo la vendita delle obligazioni BPV (altrimenti non posso chiudere il conto, così mi dicono)… ed ad oggi non riesco a sapere niente.
    Mi sai dare un consiglio su come muovermi?
    Grazie,
    Federico

    1. Ciao Federico,
      purtroppo non so dirti che cosa potresti fare anche, e soprattutto, perché non specifichi se la vendita delle obbligazioni BPV è una tua specifica richiesta oppure saresti disposto a mantenerle pur di uscire dalla Popolare di Vicenza.
      Se così fosse potresti migrare il deposito titoli verso un’altra banca, togliere tutta la liquidità residua dal conto lasciando qualche decina di euro per i bolli di chiusura, inviare una racc A/R dove comunichi l’intenzione di chiudere il conto e il nuovo iban sul quale bonificarti il saldo attivo, almeno salti l’odiosa prassi dell’appuntamento con il direttore che vorrà farti rimanere suo cliente, ed esci definitivamente da questa banca.
      Tieni però conto che il trasferimento delle obbligazioni potrebbe richiedere fino ad un mese…
      Se invece è tuo desiderio vendere le obbligazioni e chiudere il conto, chiama la banca e contestualmente scrivi una mail al direttore della tua filiale; il numero di telefono e l’indirizzo email sono presenti nell’estratto conto accanto al saldo finale.
      Se non ricevi alcuna risposta oppure informazioni inadeguate puoi scrivere a:

      BANCA POPOLARE DI VICENZA
      Direzione Segreteria Generale e Partecipazioni
      U.O. Reclami – Via Btg.Framarin 18 – 36100 VICENZA

      Buona fortuna!

  4. Ma che storia è questa? L’appuntamento obbligatorio col direttore della filiale? Ma non ha niente di meglio da fare??? Da pazzi!

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