Pagare con assegno all’Ikea? Non fatelo se in fila ci sono io e se ci sono poche casse aperte…

E’ possibile restare in fila per 30 minuti all’Ikea di Sesto Fiorentino per colpa di un cliente che paga la sua merce con un assegno? Sì, se il cliente ha una delega del legale rappresentante della società e se ci sono problemi con l’assegno.
Un po’ me la sono cercata; all’Ikea non acquisto, quasi mai, più di 15 oggetti ed usufruisco sempre del servizio “casse veloci” con pagamento con carte o bancomat per velocizzare la mia uscita dal negozio.
Oggi, però, pur avendo nella borsa gialla pochi oggetti ho deciso di rivolgermi ad una cassa con operatrice e solo due clienti prima del mio turno.
La sfortuna ha voluto che il primo dei due clienti, con prodotti per un totale di oltre 1200 euro, pagasse con assegno e che questo non fosse accettato.
Prima, tutti i controlli sulla delega ed il delegato, poi sull’assegno e sull’autorizzazione all’incasso ottenuta telefonicamente con qualcuno all’amministrazione ed infine sui motivi per i quali il titolo di credito non veniva accettato.
La legge di Murphy più conosciuta, ovvero che “…in coda, la fila accanto scorre sempre più rapidamente della tua” si materializzava ma, indeciso sul da farsi e riflettendo che “se cambi fila, quella in cui ti trovavi comincia a scorrere più rapidamente di quella in cui ti sei trasferito“, ho deciso di perseverare ed attendere che la situazione si sbloccasse.
Errore! La fila accanto ha continuato a scorrere, lenta ma costante, mentre io restavo fermo ad attendere gli sviluppi sulla definitiva accettazione o meno dell’assegno.
3 sole casse aperte, più le 8 automatiche come fatto notare dalla cassiera a chi si lamentava per il protrarsi dell’attesa, possono essere utili a minimizzare i costi ma non a lasciare al cliente un buon ricordo della sua esperienza d’acquisto se decide di acquistare più di 15 prodotti, vuol pagare in contanti, con assegno o con le carte ma non vuole sostituirsi all’impiegata nell’onere di utilizzare i lettore del codice a barre e seguire le istruzioni a video per il pagamento come richiesto dalle casse automatiche .
Se i 30 minuti persi in coda sono stati uno spot per incentivarne l’utilizzo devo dire che l’obiettivo è stato centrato.
Se però s’instilla nella mente delle persone che al design, alle novità ed a volte ai buoni prezzi dei prodotti Ikea possa associarsi un’attesa snervante per poter pagare, dovuta alle poche casse aperte o all’eventuale sfortuna d’incappare in un sistema di pagamento non riconosciuto, non accettato o con problemi, credo che il risparmio possa diventare un boomerang in termini di fidelizzazione della clientela e di tecniche di brand management.

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4 commenti
  1. Ciao Lorenzo, sono piena di rabbia! Mi è capitata la tua stessa disavventura con un cliente Ikea che ha voluto pagare con l’assegno della ditta gli acquisti per l’ufficio.
    Un delirio con la commessa che ha chiamato non so chi che ha parlato con non so chi per poi accettarlo dopo aver parlato con, credo, il titolare.
    Ero e sono furiosa.
    Ma perché non hanno una cassa dedicata per tutti i pagamenti e anche solo per gli assegni?
    Chi ci facesse la fila saprebbe a che cosa potrebbe andare incontro!!!
    Bel blog!

  2. Ah ah ah… mi hai fatto proprio ridere perché è verissimo che quando qualcuno paga con assegno senti quelli in fila smadonnare!!!

  3. Voglio dare il mio contributo da un altro punto di vista: lavoro in un centro commerciale.
    Cliente: esemplare di essere umano capace di occupare un commesso per 45 minuti gigioneggiando su quale infinitesima sfumatura di bianco sia meglio per lui (casa:luogo in cui è preferibile riordinare le proprie idee prima di recarsi in un centro commerciale). Quel cliente non ha fretta e non si cura di quante persone attendano con passione la sua scelta per poter essere seriviti. IMPROVVISAMENTE, improvvisamente, scosso da una mosca sul braccio, il cliente decide di aver deciso e, con la consapevolezza della tonalita di bianco, arriva lei: LA FRETTA, L’INQUIETUDINE, L’INSOFFERENZA. Il cliente vuole pagare la sua merce subito e correre a casa, non puo’ sopportare un solo secondo di piu’ in quel negozio. Il nostro Yahoos inizia a guardare gli altri clienti con espressione “shining” soprattutto quelli con in mano un bancomat perchè conscio che ciò gli rubera’ altri 2 secondi imprevisti. Dopo qualche minuto il nostro seminatore di fretta riesce ad assolvere il suo pagamento, esce dalla porta scorrevole correndo, ripone il carrello, attraversa le strisce, giunge in macchina e… procede in tangenziale ai 40. Fretta finita. Si puo’ tornare a provocare i seminatori di fretta stradale.

  4. Per acquistare all’Ikea ti devi recare all’apertura, correre, tirare nel carrello quello di cui hai bisogno e pagare! Non perdere nemmeno un minuto perché se arrivi davanti alle 20 casse con solo 2 aperte oltre ad una linea di quelle “fai da te”, sono cavoli amari se non sei tra i primi.
    E poi che dire di quelli che ci vanno per passare la mattinata?
    Provano tutto, si distendono sui letti manco dovessero farsi una dormitina ed arrivano alle casse beati, senza fretta, placidi e pacifici…
    Mi è capitato più volte di essermi recata all’Ikea, aver riempito il carrello con accessori ed oggettistica e davanti alle casse aver lasciato tutto, molto sconsolata ed inc….ta, ed essermene andata.
    Non ci fanno una bella figura!

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