Come ho fatto a portare la fibra ottica nel condominio anche senza l’approvazione dell’amministratore e della maggioranza.

Partiamo da questo fondamentale presupposto: accedere ai servizi della fibra ottica è un diritto di ogni cittadino equiparato a quelli primari quali luce, acqua e gas e il condominio non può opporre alcun titolo al suo cablaggio, la banda larga è considerata dalle leggi un servizio di valore, utile alla comunità che non può essere negato solo perché la maggioranza dei condomini è contrario.

La normativa in fatto di cablaggio della fibra è infatti chiara, per gli edifici esistenti dove non è presente una infrastruttura interna, proprio come il mio, il D.Lgs 33/2016 stabilisce che: “in assenza di un’infrastruttura interna all’edificio predisposta per l’alta velocità, gli operatori di rete hanno il diritto di far terminare la propria rete nella sede dell’abbonato, a condizione di aver ottenuto l’accordo dell’abbonato e purché provvedano a ridurre al minimo l’impatto sulla proprietà privata di terzi”.

La mia città, Prato, rientra tra quelle dove la connettività FTTH fino a 1 Gbps (Gigabit al secondo) in modalità FTTH (Fiber to the Home) è portata avanti da Open Fiber nel suo processo di espansione del cablaggio in fibra ottica di tutta Italia e, alcuni mesi fa, i cavi sono stati posati davanti al mio condominio.

Wind conferma la disponibilità della fibra alla massima velocità e, senza indugi, procedo alla sottoscrizione del servizio.
Dopo un sopralluogo all’interno del condominio al fine di verificare le condizioni tecniche di fattibilità per l’installazione dei microcavi per la Fibra Ottica per Telefonia al suo interno, la Sittel ovvero la ditta incaricata del cablaggio presenta una dettagliata relazione all’amministratore.

L’elaborato contiene la descrizione dei lavori da effettuare che consistono nell’allacciamento dell’edificio alla rete di Telecom esistente, mediante la posa di un nuovo cavo in Fibra Ottica allocato in apposito armadietto di ridotte dimensione da installare all’interno del vano contatori.
L’allacciamento avviene mediante la posa di un cavo di Fibra Ottica di ø circa 8 mm a partire dal vano contatori, dove viene posizionato l’armadietto Enel Open Fiber (P.T.E.), fino ad un pozzetto situato su strada pubblica nei pressi dell’ingresso al fabbricato.
La posa del cavo in Fibra Ottica prevede o l’installazione di un tubo in PVC di ridotto diametro a protezione del cablaggio, o l’ancoraggio diretto del cavo alla parete grazie all’impiego di fascette zincate supportate da corda in acciaio se necessario.
La tipologia di intervento scelta è descritta minuziosamente anche attraverso fotografie e si concretizzerebbe in maniera discreta, considerando anche l’alta concentrazione di canaline già presenti nel percorso che i cavi devono fare per raggiungere, dal pozzetto sulla via, il PTE nel locale dove sono situati i contatori.
Viene garantito che l’intervento descritto avrà un minimo impatto sull’aspetto dell’edificio e che questo porta un incremento gratuito delle dotazioni tecnologiche all’avanguardia nel settore delle Telecomunicazioni.
Assicura, inoltre, che il piccolo box di terminazione (P.T.E.) non necessita di un’alimentazione elettrica e che sarà ad uso esclusivo dello stabile.
La posa in opera della Fibra Ottica non comporta disservizi agli impianti in esercizio.

Un lavoro facile, veloce e non invasivo.

Tutto bello ma l’amministratore non risponde alle richieste di Open Fiber perché non ritiene di doversi assumere la responsabilità per la concessione dell’autorizzazione ai lavori demandandola alla riunione di condominio.

Sollecito una riunione straordinaria di condominio per discutere della fibra, del progetto, dei vantaggi per i proprietari degli appartamenti che possono avere un incremento di valore ma non ricevo risposta.

Dopo quasi 4 mesi dalla mia richiesta di attivazione della fibra ottica a Wind e due da quella di Open Fiber all’amministratore, Open Fiber sollecita nuovamente l’amministratore con una mail nella quale sono inserito in CC.
Anche questa volta non c’è un riscontro.

D.Lgs. 33/2016
Ma perché Open Fiber, facendo riferimento al D.Lgs 33/2016 e vista la presenza di almeno una richiesta di attivazione, non effettua i lavori autonomamente senza attendere oltre?
Per il desiderio di condividere l’intervento con gli amministratori e gli abitanti dei condomini e, soprattutto, per il quieto vivere!
Come già anticipato, l’operatore non dovrebbe nemmeno avvisare né chiedere il permesso per installare il quadro aggiuntivo nel locale predisposto, così come per il cablaggio verticale.
L’unica opposizione che il condominio potrebbe fare a Open Fiber, ma si tratta di un’opzione francamente poco credibile, sarebbe se il condominio decidesse di effettuare i lavori per proprio conto e a proprie spese.

La situazione di stallo si sblocca quando io stesso, in qualità di utente, in virtù proprio del D.Lgs.33/16, invio una comunicazione ufficiale al responsabile della Sittel per il mio condominio nella quale, proprio in virtù del vigente D.Lgs.33/16, autorizzo OPEN FIBER ad eseguire l’accesso al fabbricato e quindi posare l’infrastruttura in microfibra ottica (servizio pubblico)”.

Dopo meno di 2 settimane da questo invio, in meno di 6 ore di lavoro, il condominio viene cablato.

Legge semplificazioni 2019, un aiuto agli amministratori di condominio…
Proprio pochi giorni fa, all’articolo 8-bis della nuova legge semplificazioni 2019, dopo il comma 4, è stato inserito il “4-bis” che dispone che “I lavori necessari alla realizzazione di infrastrutture interne ed esterne all’edificio predisposte per le reti di comunicazione elettronica a banda ultralarga, volte a portare la rete sino alla sede dell’abbonato, sono equiparati ai lavori di manutenzione straordinaria urgente di cui all’articolo 1135 del codice civile”.
La norma mira a facilitare e velocizzare le procedure per il cablaggio dei condomini equiparando i lavori necessari, interni oppure esterni agli edifici, ai lavori di manutenzione straordinaria urgente come disciplinati dal codice civile dando la facoltà all’amministratore del condominio di concedere l’autorizzazione scavalcando la volontà dell’assemblea condominiale.

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